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Ironico ritrovarmi a scrivere qui dopo parecchio tempo e dopo che il mio ultimo post è stato in parte, nei fatti, completamente contraddetto e ribaltato.
Ma ogni cosa a suo tempo.

Intanto, oggi, una piccola dissertazione botanica.
Avete presente come nasce un fiore? Si pianta un seme. Quando è piantato, se non sai dov'è, non te ne accorgi nemmeno. Eppure sta lì, cresce, esce fuori a poco a poco, finchè finalmente non si schiude in tutto il suo splendore. E ti ritrovi tra le mani questa fragile cosa colorata, tanto semplice quanto meravigliosa.
Ecco, un fiore. Nato da un seme sconosciuto piantato chissà quanto tempo fa, che ho visto crescere e che è sbocciato. E come il piccolo principe con la sua rosa, vorrei tenerlo sotto la mia campana di vetro per curarlo il più a lungo possibile.
Peccato per i rovi intorno. Ma in fondo non rovinano nulla, per quanto abbiano tentato di nascondere e soffocare la delicatezza del giglio, l'eleganza del lilum, l'aura di mistero in cui si avvolge l'iris, la purezza di una rosa bianca.
Stupidi rovi, siete solo invidiosi. Invidiosi di essere brutti e dannosi, inutili e meritevoli solo di essere estirpati.
Estirpati ed essiccati. Non chiedo di meglio.

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