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Stop.

Finalmente un momento per me, e me soltanto. Non me ne vogliano amici, visitatori, coinquilini, giorni frenetici e ineguagliabili, ma non vedevo l'ora di avere quattro pareti che si chiudessero solo su di me. 

Quest'ultima settimana è stata un turbine di eventi e di emozioni.

Ho fatto cose che il senso comune definirebbe folli, che chi le ha subite giustamente biasima, che chi c'era in mezzo per forza di cose condivide, e che io non potevo in alcun modo evitare, non senza essere in primo luogo scorretta verso qualcosa che sentivo scorrere profonda e viscerale.

"Si dice che ad ogni rinuncia corrisponda una contropartita considerevole"... citazione polivalente, ma nessuna delle sue infinite valenze manca di senso. Ho affrontato una contropartita sui gradini di una chiesa che non era quella che doveva essere, in una città che non ha ospitato quello che ci si aspettava. Ho affrontato contropartite prima e dopo quel momento. Ma quel verso inglese di una canzone che per altro prima di questi giorni ho sempre detestato, in quanto sopravvalutata, continua a girarmi in mente. Non è vero che non c'era posta in gioco, la posta c'è sempre, e forse in questo caso era anche più alta di molti altri giochi... è vero che io non ho giocato per vincere, nè per perdere. Ho corso una staffetta alla cieca. Se vinco, se perdo, sarà il cronometro a deciderlo, saranno quelli a cui, bendata, passerò il testimone. 

"A candle that burns from both sides"... inizio a pensare che non fosse esattamente una candela, ma un esplosivo. 

"Porte che si chiudono, portoni che si aprono"... anche questa è una citazione polivalente. Vale, io penso, un po' per tutti noi.

Mi ricorda un po' l'ascensore di casa mia. E' un modello di quelli vecchi, con la doppia porta, interna ed esterna...se non sono entrambe ben chiuse, il congegno non si attiva. Sembra un po' quello che ho fatto io... voltando le spalle alla porta, ho cercato di andare su senza notare che le porte non erano ben chiuse. Si, ha funzionato... ma proprio perchè non era il modo corretto di avviarlo, giunta al piano non mi avrebbe mai lasciata uscire. Sono tornata indietro, ho chiuso le porte nel modo giusto... Ma a quel punto c'era troppo carico. Ho dovuto chiedere, a malincuore, che qualcuno restasse a terra. E pur sapendo che era la sola opportunità perchè il mio ascensore funzionasse, tornasse a salire, beh, è sempre...scortese dire che non c'è spazio.



Alle porte. Ad ogni direzione in cui possano chiudersi, e aprirsi, sulla vita di ognuno di noi. Sperando che ci guidino verso il posto che meritiamo, bello o brutto che sia. A che ognuno di noi trovi la chiave per aprire tutte quelle che ritiene di voler attraversare, possegga le chiavi giuste per sigillare quelle che non vuole più incrociare, e abbia qualcuno che al momento opportuno attraversi con lui i cancelli dorati del paradiso. 

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