Pagine


[Attenzione: Sto per parlare della saga “Millennium”, di S. Larsson. Non rivelo nulla sulla trama o sui vari intrighi che propone, ma siete avvertiti dell'argomento nel caso in cui non vogliate saperne proprio nulla =) ]






È difficile da spiegare la sensazione che si ha finendo un libro che ti ha catturato come un tunnel senza uscita.


È...adrenalinica. È come quando ti innamori, è come quando stai per uscire per la prima volta col tipo che ti piace, o quando lo rivedi dopo tanto tempo... o ti fa un complimento, o ti sfiora in un modo nuovo.


È una cosa che ti fa sentire un brivido lungo la schiena, che ti fa sentire le farfalle nello stomaco, che ti fa sorridere senza motivo come se stessi vivendo in prima persona le vicissitudini dei personaggi che ti hanno accompagnato fino a quel momento.


Vuoi arrivare alla fine, ma vorresti anche che le pagine non finissero più, per non abbandonare un mondo che è diventato il tuo.


Tutto questo mi è successo fino a pochi minuti fa, divorando le ultime duecento pagine dell'ultimo libro della trilogia di Millennium.


Chiunque di voi immagino ne avrà sentito parlare, è stato il caso letterario dell'ultimo anno, e maledizione all'autore che è morto e non avrà quindi modo di riproporci qualcosa di nuovo...o forse meglio così, è difficile riuscire a mantenere le aspettative di un pubblico quando l'hai viziato con una bomba di tali proporzioni.


Comunque sia, ha avuto il suo discreto boom, grazie anche all'uscita del film un mesetto fa, “Uomini che odiano le donne”, che adesso mi accingerò a vedere... sperando che Lisbeth e Mikael siano all'altezza delle mie fantasie.




Sulle prime sono stata diffidente nei confronti di questa serie, quando ho scoperto che era un giallo: io normalmente detesto i gialli. Ne ho letto 40 pagine e l'ho lasciato lì. Finchè un paio di settimane dopo, annoiata, l'ho ripreso in mano e non me ne sono più separata.


Ho violato computer con Lisbeth Salander, frugato nelle carte e scritto freneticamente di indagini scottanti con Mikael, gestito la diplomazia in mezzo a tutto questo casino con Erika, fatto jogging con Monica, sparato a Zala, sono stata a letto con metà di questi personaggi e rischiato la vita al loro fianco.


E se il primo dei tre romanzi può stare da solo e descrive una storia che in fondo si regge in piedi da sola, e che serve solo a farci affezionare ai personaggi, il secondo e il terzo sono un'unica droga di più di 1500 pagine che ti tiene sulla corda fino a una cinquantina di pagine dalla fine. Anche in questo è stato fantastico, mr Larsson: ha tenuto alta la tensione fino alle rivelazioni decisive, dopodichè ha lasciato un po' di spazio per fare tornare le cose alla normalità e tirare il fiato. Un po' come quel momento di tregua di cui si ha fisiologicamente bisogno dopo aver raggiunto il culmine del piacere.


Lo so che a chi non ha mai condiviso una sensazione simile può sembrare folle che io descriva le emozioni della lettura in modo così viscerale, come qualcosa che colpisce tutto l'essere: non è sempre così, lo riconosco io stessa che ho un'esperienza ormai ventennale di libri... Ma in questo caso è qualcosa che ti entra dentro, che ti da dipendenza...


I personaggi sono poi qualcosa di miracolosamente reale: sulle prime pensavo che se fossi lesbica, avrei potuto innamorarmi di Lisbeth... ma poi ho capito che in fondo non fa per me, troppo complicata, troppo sociopatica, avrei bisogno di un compagno, uomo o donna che fosse ^^, un po' più lineare... ma è ovvio che un soggetto simile affascini e rapisca come pochi altri. (Tra parentesi, ho una conoscente che secondo me è la riproduzione esatta di Lisbeth, solo un po' più sorridente...e non ho idea se abbia un drago tatuato sulla schiena)


I caratteri femminili in generale sono descritti sapientemente: Erika è una gran donna, ma anche l'ultima arrivata Monica non è da meno... Sono invece vagamente scettica sul protagonista maschile: in effetti è l'unico soggetto uomo di rilievo, e secondo me l'errore è stato proprio questo, concentrare l'attenzione del lettore solo su di lui... perchè è un uomo equamente divisibile tra fascino irresistibile e fastidio altrettanto irresistibile: sicuro di sé (troppo), scopaiolo senza troppi scrupoli, tremendamente concentrato su sé stesso e capace di scomparire da ogni contatto col mondo se impegnato in qualcosa, azzardato e imprudente...


tutti dettagli che, se possono fulminare a primo impatto, sulla lunga diventano irritanti.


Come dite? Sto ipotizzando probabili relazioni con soggetti assolutamente inesistenti? Già, avete ragione ^^'' ma fa parte dell'effetto libro... ho vissuto fianco a fianco con questa gente per quasi tremila pagine, è un mondo a parte, una specie di bolla di sapone, finchè ci sei dentro loro sono veri quanto lo sei tu... quindi è come se avessi incontrato Mikael in discoteca, Lisbeth al supermercato e Erika all'aperitivo!




Si, sono impazzita, ma... penso che questo renda l'idea di quanto mi sia piaciuta questa serie, vero? Devo parlarne con la casa editrice, mi sa che gli conviene inserire questo post tra le recensioni pubblicitarie del libro ;)


 


Aggiornamento: L'attrice che fa Lisbeth è perfetta. Quello che fa Mikael...sembra un vecchio rimbecillito, non ha nemmeno la metà del fascino che gli spettava. Ma il film è abbastanza fedele, sebbene ovviamente taglia un po' qui e un po' lì...

"Non voglio le rose...
...ma almeno le palle!!!"

cit. T
Le immagini iniziano a sfumare, ma le sensazioni ci sono ancora, sebbene non nitide come poche ore fa.
Bizzarro intreccio di corpi e volti, che come solo nel mondo di Morfeo sanno fare, si scambiavano tra loro in una trottola confusionaria...
Lei. Lui. L'altro. Io.
E la sensazione di piacere misto a fastidio, al risveglio...

Oggi è il primo giorno degli esami di maturità...essì, quest'anno iniziano tardi...
E inevitabile è ripensare ai miei esami, lontani ormai ben 5 anni... cavoli, non sembra passato così tanto tempo!
Inevitabile ripensarci anche perchè questo blog è nato proprio in quel periodo lì, per caso, un mese prima della maturità...
L'estate 2004... una delle più frenetiche della mia vita, ma nonostante un po' di scossoni, forse anche una delle più spensierate...
Accompagnata da amiche e amici che tuttora mi sono vicini, all'insegna del mare, dei viaggi, dei concerti, con lo sfondo di Afterhours e Modena City Ramblers, tra serate impegna
te a pattinare in un viale deserto e intrichi romantici da gestire...

"
Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo
Rivoglio le mie ali nere, il mio mantello
La chiave della felicità è la disobbedienza in se
A quello che non c'è
Perciò io maledico il modo in cui sono fatto
Il mio modo di morire sano e salvo dove m'attacco
Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia
Quello che non c'è"

[se anche qui su splinder si potesse taggare la gente di cui si scrive, ci sono tre o quattro tag obbligate in questo post, forse anche di più...
T,I,L,V,P] =)
Sembra incredibile, ma è già passato un mese.
Un mese esatto sette minuti fa.
E dire che di cose ne sono successe, dentro e fuori di me.
Ma il tempo è stato un fattore strano: dilatatissimo per un periodo, e adesso? Adesso mi sembra passato in frettissima e al tempo stesso non mi sembra ce ne sia stato così tanto in mezzo.
Alcune domande sono definitivamente volate via.
Altre hanno cambiato di senso.
Qualcuna forse è nuova.

E io? aspetto, non un ritorno ma un nuovo inizio.
Ed è un bene che il mio tempo stia passando più in fretta e meglio di come potessi prevedere.
Ed è un bene che io aspetti mille rientri, visite, di tutto e di più.
10 settimane, sembrano infinite ma so che voleranno.
E poi chissà cosa accadrà in queste settimane... in fondo mica sono da sottovalutare!

Il mio mondo virtuale mi sta facendo compagnia in parallelo a quello reale, e talvolta ne compensa le mancanze.
Tra nuovi progetti e conoscenze che si approfondiscono, anche se sto a casa non sono mai sola...
Non faccio di internet la mia vita, ma da questa rete sono piovute giù persone molto importanti che hanno preso un posto di rilievo nel mondo reale. E chissà, magari qualche regalo sta ancora arrivando...

Anche il mondo reale mi sta regalando nuovi legami, e così tra telefonate fiume e skleri sul significato del pettegolezzo, nuovi mattoncini si posano sulla mia personale parete dell'amicizia...

Inutile, nonostante tutto non riesco a vedere tutto nero.
Mi sono state dette tante cose:
"vedo in quello che scrivi molta positività"
"se ti è sembrato che volasse, vuol dire che stai bene"
"ti vedo meglio,anche meglio di quando..."

E io?
Io finalmente mi riconosco, con gioia ma con un pizzico di rimpianto.






Sarà un luogo comune, ma al tempo stesso a mio parere è un dato di fatto: uomini e donne sono sostanzialmente opposti su molte cose.
Mi ci faceva pensare, meno di una settimana fa, un discorso fatto con un amico, N.
Siamo partiti da un semplicissimo concetto: un messaggio di buonanotte.
L'uomo riceve il messaggio di buonanotte, spegne il cellulare e va a dormire.
La donna riceve il messaggio di buonanotte e inizia a farsi i flash:
-mi ha scritto Notte ma senza buona... con un puntino, con due puntini, con tre... secondo te cosa vuol dire il terzo puntino? però non mi ha scritto Bacio, ha scritto solo Notte... però mi ha risposto subito... però ci ha messo la faccina con il sorrisino... cosa vorrà dire quel sorrisino?

Per favore, scagli la prima pietra la donna che non ha mai fatto di questi ragionamenti perversi davanti a un messaggio... io sinceramente mi ci sono rivista appieno...

L'altro discorso fatto in merito alle differenze tra uomo e donna riguardava i tradimenti, campo in cui non ho la benchè minima esperienza, partiamo da questo presupposto.
La tesi sostenuta da N. partiva dal contesto in cui si ha una coppia legata affettivamente, affiatata mentalmente ma con una pessima intesa sessuale.
A suo dire, l'uomo che trova in un'altra donna la complicità sessuale che gli manca, tradisce per bisogno fisico, non lo ritiene una cosa che intacchi il legame con la sua compagna, non lo dice e va avanti.
La donna invece, se nutre attrazione fisica/sessuale per un altro uomo, non si lascia andare, non scinde mente e corpo, legame e bisogni fisici: si riempie di seimila paranoie, pensa che non sia giusto, che non lo debba fare, che non serva a niente... si stressa, diventa irritabile, ma se tradisce non torna indietro. Se tradisce è finita.

Cosa ne pensate? Come già detto, la mia esperienza sul campo è limitata. Personalmente se una donna è legata affettivamente a un uomo, ma prova attrazione x un altro, non arriva nemmeno alla fase delle paranoie: si dice che non è giusto e che non c'è storia e basta.

Sta di fatto che, a prescindere da questi due esempi, le differenze tra i due sessi sono sostanziali, e hanno un grandissimo influsso sulle relazioni.
La donna è più testa, è più cervellotica, più predisposta alla pippa mentale e soprattutto a vedere sempre qualcosa dietro ogni frase, ogni gesto, ogni azione: lei ragiona su ogni messaggio che lancia, e si aspetta, povera ingenua, che valga lo stesso atteggiamento dall'altra parte.
L'uomo è più impulsivo, spesso forse si fa meno problemi inutili e si crea meno castelli in aria, ma al tempo stesso lascia la donna insoddisfatta nella sua ricerca di risposte, risposte a domande che per lui nemmeno esistono... non è necessariamente superficialità, è semplicemente un modo diverso di affrontare la vita.

Certo, oggigiorno si vedono molti più uomini con atteggiamenti da donna: pieni di seghe mentali, che non fanno primi passi, che fanno le tipiche sfuriate da donna e "che hai?niente", e sinceramente non so quanto sia un bene.
Vedo sempre di più quanto siano state mal distribuite le palle, quantomeno quelle non strettamente fisiche: uomini che rifiutano di vedere i problemi, uomini che davanti a un rapporto fuggono dicendo di non volere nulla di serio, alla elio e le storie tese "esco da una storia di tre anni con un tipo, non mi voglio sentire legata"...

Come costruire un rapporto duraturo, amalgamato allora?
La via di mezzo è davvero ardua da trovare... una donna come me, donna che rispecchia tutti i punti sopra elencati, avrebbe bisogno di un uomo che sappia prendere le cose alla leggera, ma mostrare la giusta profondità quando le cose si fanno serie e c'è bisogno di risposte...
Okay, regalatemi un viaggio sulla luna, è più semplice.

Ho riflettuto parecchio su cosa fare di questo blog, nell'ultima settimana.


La prima scelta è stata di cancellare quanto scritto dal 25 maggio al 12 giugno, e di riportarlo pubblico.


Questo perché è sempre stato il mio modo di concepire il blog: uno sfogo di pensieri a cui chi mi conosce può accedere perché sa per mano mia dove trovarlo, e chi non mi conosce e capita di qui per caso può leggere e commentare (talvolta ho trovato cose illuminanti su blog aperti per caso) come passare oltre senza lasciare traccia: non sa chi sono, dove vivo, di chi sto parlando, al 99% non gliene può fregare di meno della mia vita privata, e mi sta bene così.


In fin dei conti nessuno merita che io cambi il mio modo di manifestare la mia natura, o quantomeno non lo merita nessuno che urli e strepiti, lanciando insulti e conclusioni drastiche per qualcosa che per quanto potesse essere spiacevole non era certo premeditata.




La seconda scelta è più ardua, e adesso che sto scrivendo non ho ancora deciso, anche se voi che domani leggerete questo post saprete cosa ho decretato: cambiare indirizzo e sparire dalla circolazione o lasciare immutato questo accesso al mio mondo? Il dubbio c'è, e non riesco a scioglierlo. Se da una parte non vorrei cambiare una virgola di questa finestra che mi tiene compagnia da 5 anni passati, dall'altra temo di sentirmi inibita nel continuare a scriverci su, dal lasciare socchiusa questa porta. Stanotte mi porterà consiglio sul da farsi.




Nel frattempo però, oltre alle riflessioni metablogghistiche, c'è dell'altro da dire.


C'è da dire...




Vi piacciono i puzzle? A me affascinano tantissimo, ma non ho mai la pazienza per farli... ne ho ancora uno nell'armadio, raffigurante la Venere di Botticelli e comprato quando sono stata a visitare gli Uffizi... è una immagine che adoro, ma è troppo difficile, i colori sono similissimi e i pezzi sembrano incastrarsi, ma poi non sembrano perfettamente abbinati, e allora sono indecisa sull'avere messo o meno il pezzo giusto, e mi blocco, e rovisto in mezzo a altri minuscoli frammenti alla ricerca di quello più adatto, chiedendomi sempre se i pezzi ci sono tutti o se ne ho perso qualcuno... dopodichè mi stresso, mi stanco e conservo tutto fino a data da destinarsi.


Perchè questa digressione? Perchè è un puzzle quello che mi sembra di avere appena completato.


Ma un puzzle senza la figura di riferimento.


Mi è stato regalato il primo agosto del 2006, il primo pezzo è stato posato la notte di natale di quello stesso anno. A metà marzo seguente l'ho smontato, insicura come al solito della riuscita, e il 19 luglio del 2007 ci siamo messi di buona lena,io e il mio compagno di giochi, per costruirlo per bene.


Ma sapete com'è, senza figura è difficile, non sai che immagine comparirà e quindi incastri i pezzi a istinto, badando più alla simmetria che al risultato finale. Si comincia col bordo, e si sa, quello è facile: si tracciano i confini che contengono tutto il resto. Poi si inizia a riempire, un po' a chiazze, senza un progetto sicuro, attaccando qui e lì i pezzi che sembrano fare parte dello stesso settore.


A un certo punto senti che la parte più difficile è stata fatta, sono andati a posto anche quegli angoli che sembravano non avere nulla a che vedere l'uno con l'altro... ti mancano giusto alcuni pezzetti, ma non li trovi, e ti scervelli per capire dove sono finiti... li cerchi, e a un certo punto il tuo compagno di giochi ti mostra da lontano una bustina trasparente...ecco i pezzi mancanti! Vorresti urlargli di venire a metterli, che ormai è fatta, ma inutile: lui si è stufato del gioco, non gli interessa finire di comporre il disegno, getta il sacchetto nell'immondizia e torna a casa.


Da sola, frughi nel cestino, prendi quegli ultimi pezzetti e li metti al posto giusto nel puzzle ormai quasi completo, e... la conclusione è pazzesca, imprevedibile. I volti che immaginavi sorridenti in realtà sono solcati da ghigni malevoli, quello che sembrava un prato fiorito è in realtà un mucchio di erbaccia, e proprio l'ultimo pezzo, quello che avrebbe dovuto completare il paesaggio, invece di essere il sole che sembrava è una nuvola nera.


Ho piazzato il tassello con la nuvola l'11 giugno scorso. Ho gettato a terra il puzzle, delusa, Si è disfatto, come è ovvio.


Tornerò a Botticelli.




E intanto?


Ho abbandonato il puzzle e i giochi e ripreso la mia vita vera. Ho passato giornate strabilianti, rivisto persone dopo mesi e mesi sentendomi come se fosse passato appena un giorno... Mi sono sentita al mio posto in tanti contesti disparati, mi sono vista circondata da persone che con giudizi inaspettati e affetto consolidato mi hanno fatta sentire bella, vera, VIVA.


perchè sei viva, viva, così come sei...quanta vita hai contagiato, non la chiedi indietro mai...”


Adesso vivo, sogno e progetto.


Vivo una quotidianità che può essere migliore di quella che sembra, perchè io sono migliore di quello che sembravo.


carry on smiling, and the world will smile with you”


Sogno...sogno cose che in parte so essere già lì ad aspettarmi: persone in gamba che mi aspettano a braccia aperte, braccia in cui non vedo l'ora di buttarmi; sogno persone che ancora non conosco, ma proprio per questo le immagino interessanti, affascinanti, pronte ad aggiungersi a quelle che già riempiono le mie giornate; sogno soddisfazioni professionali, sogno il sentirmi realizzata in quello che voglio fare perchè il mio futuro è prima di tutto nelle mie mani.


don't give in....without a fight”


Progetto i piccoli dettagli: una stanza da arredare, un esame da preparare, una festa di benvenuto da organizzare, delle serate tra amici accompagnate da giochi, birra, musica e risate, confidenze prima di dormire o dopo un caffè, appuntamenti sotto una torre bianca o in una biblioteca universitaria, treni da prendere per tornare alla vecchia città e sentirmi sempre così a casa.


every little thing she does is magic”




Aspetto.


Aspetto tutto questo, con ansia mista ad eccitazione... un'ansia buona, di chi non vede l'ora che altri pezzi di un altro puzzle vadano a posto. Anche questo è senza figura, ma se non lo voglio io, nessuno mi nasconderà i pezzi, o li cambierà con altri peggiori.


Certo avrei voluto un compagno di giochi che mi aiutasse a comporlo, perchè sono emozioni che è bello condividere, ma penso sarò capace di mettere insieme i tasselli anche da sola.


E poi può sempre arrivare qualcuno alle mie spalle a suggerirmi un pezzo che non avevo notato, e magari continuare con me.